«Già che c'è, decide improvvisamente di promulgare un Editto Generale sulla Scuola, la Radio, la Televisione, e l'Università, per risolverne congiuntamente le gravissime crisi esaltando fino al trionfo l'ingiustamente calunniato Nozionismo per renderlo esuberante, gioioso, preciso, sistematico, carico di glamour.
Unificazione, dunque, di metodo, nelle interrogazioni e trasmissioni di qualsiasi sorta. Avvengano tutte secondo le medesime norme: in appositi studi aperti al pubblico munito di cartoncino d'invito; presentatore verboso, sollecito, deliziosamente pedante e materno; promessa costante di piccolo premio; domanda il più possibile cervellotica e inconsulta («Quanto pesava Leonardo da Vinci alla fine della Gioconda?», «A che ora del giorno e della notte Giacomo Puccini diede inizio alla sua Bohème?», «A quanto ammonta la distanza fra Bergamo e Brescia misurata in pollici da duomo a duomo?», «Quanti abitanti mancini annoverava Mogadiscio durante l'Epifania del 1936?»); pubblico fremente; incantevole e irresistibile suspense, sempre rinnovata, titillata, caldeggiata, e ritmata da ticchettìo di pendole; applauso; orchestra; un Trenta e Lode e uno shampoo per tutti.»
Super-Eliogabalo, A. Arbasino, 1978
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