Rinvenuti a Princeton nascosti in una lavatrice alcuni appunti sconosciuti del grande fisico Albert Einstein.
Garbo Greta, una ricercatrice che lo aiutava anche nelle faccende domestiche, nelle sue ultime settimane di vita, dichiara:
"non ci avevo mai fatto caso, ma Albert in quel periodo era ossessionato dal bucato e per fortuna non è mai stato in grado di far funzionare una lavatrice altrimenti queste carte sarebbero andate perdute."
Secondo alcune voci le carte ritrovate sono state volontariamente tenute nascoste per evitare al premio Nobel l'imbarazzante accusa di dadaismo senile.
Dall'analisi degli ultimi scritti stanno uscendo sconvolgenti deduzione che hanno riacceso il dibattito tra i fisici teorici:
secondo queste formule infatti L'universo non sarebbe affatto elegante, ma pacchiano, cafone e sciatto; e Dio prevalentemente un baro.
In particolare destabilizzano alcune carte in cui il linguaggio matematico viene sostituito da termini artistici ed oggetti d'uso comune, quali Dada, ubik e annaffiatoio.
Di seguito mostriamo alcune tra le rivelazioni trovate che è lo stesso fisico a definire in modo apparentemente casuale ed affrettato Dada Theory.
- Il paradosso temporaneo di Lof (prima formulazione)
la radice quadrata della somma dei quadrati costruiti su due paradossi da come risultato una idiozia diagonale, sempre che ci si stia radendo.
- La costante di reagenza feroce
la vibrazione prodotta nel padiglione auricolare di un energumeno feroce da un'insolenza sulla madre e/o sulla sorella produce un numero di percosse pari alla prontezza dell'intervento di un passante a interromperlo.
- Il teorema di Frankenstin
se noi siamo posizionati in un punto uluqui e il lupo sta nel punto ululà e il castello nel punto ululì quanto distiamo dal castello?
(quasi sempre il risultato è quattordici)
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